Anche il celebre Smithsonian, come moltissimi altri musei, a iniziato a rilasciare immagini gratis e altri materiali completamente liberi da diritti.
Già a settembre lo Smithsonian aveva pubblicato un sito attraverso il quale chiunque può scaricare i modelli 3D di molti degli oggetti presenti nella sua collezione, per utilizzarli o stamparli. Ma evidentemente era solo l’assaggio. Da qualche giorno infatti è online un servizio, sempre dello Smithsonian, che permette di scaricare e usare liberamente due milioni e ottocentomila immagini gratis.
Duecento anni di immagini gratis per tutti
L’iniziativa si è concretizzata in un sito chiamato Smithsonian Open Access che incoraggia a scaricare, condividere e riutilizzare i 2,8 milioni di immagini messe a disposizione. Ma a quanto pare è solo l’inizio. Infatti la rete museale dello Smithsonian esiste da 174 anni durante i quali ha accumulato più di 155 milioni di opere, e il processo di digitalizzazione continua. Entro la fine dell’anno è previsto il rilascio di altre 200 mila opere.
Non si tratta della prima iniziativa in questo senso. Abbiamo visto come lo Smithsonian stesso avesse rilasciato le scansioni in 3D qualche mese fa, e altri musei sono soliti a iniziative simili. Ma l’entità di questa operazione è senza precedenti.
Una spinta creativa che passa anche da un video
Per celebrare il “lancio” di questa collezione di immagini gratis, è stato realizzato anche un video:
Si tratta probabilmente di una delle opere di digitalizzazione più monumentali mai realizzate. E naturalmente la celebre rete museale americana non è stata lasciata sola nell’opera.
Come possiamo vedere nel sito infatti l’evento di lancio è stato realizzato in collaborazione con Google Arts & Culture, mentre lo spazio di archiviazione è fornito da un progetto di Amazon dedicato, AWS Public Dataset Program.
Inoltre, non si tratta di una “semplice” collezione aperta. Oltre alle immagini gratis secondo la licenza di pubblico dominio Creative Commons 0 infatti, lo Smithsonian mette a disposizione anche i dati e le API perché programmatori e sviluppatori possano utilizzare le opere in totale libertà.